Campo-lavoro a L'Aquila per un gruppo di giovani fasanesi dell'Azione Cattolica

FASANO – Ventitré giovani di Azione Cattolica delle parrocchie Sant'Antonio Abate di Fasano e Santa Maria del Carmine di Pezze di Greco hanno scelto L'Aquila come meta per il tradizionale periodo estivo riservato ai campi-scuola. Quello di quest'anno, però, è stato un vero e proprio campo-lavoro all'interno del Campo Volontari della Caritas allestito nel capoluogo abruzzese in occasione dell'emergenza terremoto e tutt'oggi ancora operativo. Dal 28 luglio al 5 agosto i volontari fasanesi, assieme ad altri sessanta provenienti da tutta l'Italia e coadiuvati dagli operatori fissi, si sono messi a completa disposizione per aiutare alcuni dei numerosi aquilani che quotidianamente chiedono aiuto alla Caritas per svolgere diverse attività come traslochi, pulizia di case e prati, coltivazione di orti, ringhiere da riverniciare, animazione negli oratori estivi e tanto altro.

Il compito dei volontari è stato anche quello di assistere chi è solo, aiutandolo nelle complicate faccende burocratiche e sanitarie, fino alla semplice compagnia quotidiana. Un'esperienza faticosa, ma ricca di emozioni sia per il piacere di rendersi utili per gli altri, che per la forte testimonianza ricevuta dagli operatori fissi che hanno scelto L'Aquila come dimora di missione gratuita per un lungo periodo, al servizio infaticabile verso chi ancora oggi ha bisogno. A tre anni dal terremoto, oggi i riflettori mediatici su L'Aquila sono praticamente tutti spenti. Ma molti problemi rimangono ancora irrisolti: case puntellate e inagibili, centro storico presidiato dai militari, famiglie ancora in sistemazione provvisoria e anziani abbandonati a loro stessi.

«Non siamo mai stati così felici di essere stanchi – hanno dichiarato alcuni dei giovani partiti da Fasano – Il Campo Caritas è la testimonianza che esiste la “Chiesa del grembiule” di cui parlava don Tonino Bello, ed anche è molto attiva! Non possiamo che ringraziare i volontari fissi che quotidianamente fanno quello che noi abbiamo fatto per una sola settimana. Grazie a loro L'Aquila ha ancora un'ala di riserva».